|
|
|
Nostra Signora di Fatima è arrivata nella Basilica di San Sebastiano fuori le Mura il 18 maggio 2014 ed è stata accolta dai fedeli della nostra comunità del Pettirosso, dai parrocchiani e dai visitatori con entusiasmo e commozione. Un addobbo di fiori bianchi ha reso festosa la Basilica ed ha dato il benvenuto alla statua itinerante di Maria. Per una intera settimana i frati francescani si sono adoperati per rendere speciale questo incontro celebrando Sante Messe, adorazioni, recitando il santo rosario e guidando i fedeli in commoventi processioni aux flambeaux. Tante le lacrime versate dai visitatori, tante le preghiere d’intercessione ascoltate da Maria, tanta la condivisione dei cuori e la speranza. Domenica 25 Maggio, i fazzoletti bianchi, sventolati dai fedeli commossi che gremivano la basilica, hanno salutato la statua di Maria e nel cuore di ogni Suo figlio è rimasta la nostalgia della Sua presenza e la consapevolezza di essere da Lei particolarmente amati.
.
|
||
La pellegrinatio Mariae, iniziata alla fine della prima guerra mondiale, è il modo di Maria di farsi missionaria e non aspettare che l’umanità vada a trovarla nei santuari a Lei dedicati, ma di muoversi per prima e andare a visitare i suoi figli nelle loro case. L’impulso decisivo a questo movimento è stato dato dall’immagine della Madonna di Fatima che dal 13 maggio 1947, partendo dal Portogallo, ha preso a peregrinare lungo due strade: la strada europea e la strada mondiale per indicare ai popoli la via della salvezza attraverso il Vangelo. Sua Santità Papa Pio XII, nel suo famoso messaggio radiotrasmesso ad un milione di pellegrini riuniti a Fatima il 13 ottobre 1951, disse: “Là dove va la Vergine Pellegrina non vi sono più antagonismi nazionali che dividono, non più separazioni di frontiere, non più interessi che separano i suoi figli. Tutti, in questo momento, sentono la gioia di essere fratelli”. Il 13 dicembre del 1958, la Conferenza Episcopale Italiana approvò il progetto di consacrare l’Italia a Maria e stabilì che questo atto avrebbe concluso il XVI Congresso Eucaristico Nazionale di Catania. I vescovi italiani fecero arrivare alla Madonna itinerante di Fatima l’invito di percorrere 92 capoluoghi della nostra nazione e di arrivare a Catania il 13 settembre del 1959 per ricevere dall’Italia inginocchiata la consacrazione ufficiale al Suo Cuore Immacolato. Fu calcolato che nella sua Peregrinatio italiana essa fu accolta nelle piazze e nelle strade da ventisette milioni di italiani portando con sé un grande risveglio religioso, ricco di conversioni. Fu in questa occasione che la statua di Nostra Signora di Fatima visitò San Giovanni Rotondo e sostò al capezzale di Padre Pio malato. Prima che riprendesse il volo, il grande Santo la pregò di non andarsene lasciandolo malato: l’elicottero che la riportava a casa sorvolò il santuario per tre volte ed egli guarì dal male che lo stava affliggendo. Nel cinquantesimo anniversario di questa consacrazione, Papa San Giovanni Paolo Secondo volle ripetere alla Madonna pellegrina l’invito di visitare l’Italia e, nella Basilica di San Pietro, il 20 giugno del 2009 Ella ricevette il rinnovo della Consacrazione del nostro paese al suo Cuore Immacolato. Il messaggio che la Regina del Rosario, come lei stessa si definì, ha portato al mondo nelle sue apparizioni può essere riassunto come un invito alla penitenza e alla preghiera, una rinunzia ad offendere Dio con un comportamento riprovevole, una richiesta di pace e una consacrazione permanente al Suo Cuore Immacolato per ricevere Cristo dalle sue sante mani e accogliere la Parola del Vangelo come unica via per essere salvati.
|
||
Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di Sua Ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa lei ricordasse sugli avvenimenti di Fatima.
Prima apparizione, 13 maggio 1917
Mentre stavo giocando con Giacinta e Francesco a fare un muretto intorno
a una macchia, in cima al pendio della Cova da Iria, vedemmo,
all'improvviso, qualcosa come un lampo.
E cominciammo a scendere il pendio, spingendo le pecore verso la strada.
Arrivati all'incirca a metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che
c'era lì, vedemmo un altro lampo e, fatti alcuni passi più avanti,
vedemmo sopra un'elce una Signora, tutta vestita di bianco, più
brillante del sole che diffondeva luce più chiara e intensa di un
bicchiere di cristallo pieno di acqua cristallina, attraversata dai
raggi del sole pïù ardente. Sorpresi dall'apparizione, ci fermammo.
Eravamo così vicini, che ci trovammo dentro alla luce che la circondava
o che Lei diffondeva. Forse a un metro e mezzo di distanza, più o meno.
Allora la Madonna ci disse:
Seconda Apparizione (13 giugno 1917)
Dopo aver recitato il Rosario con Giacinta e Francesco ed altre persone
presenti, vedemmo di nuovo il riflesso della luce che si avvicinava (e
che noi chiamavamo lampo) e, subito dopo, la Madonna sopra l'elce, tutto
come nel mese di maggio.
Terza Apparizione (13 luglio 1917)
Alcuni momenti dopo essere arrivati alla Cova da Iria, vicino all'elce,
tra una numerosa folla di popolo, mentre dicevamo il Rosario, vedemmo il
riflesso della luce familiare e, subito dopo, la Madonna sopra l'elce.
Quarta Apparizione (15 agosto 1917)
Andando con le pecore in compagnia di Francesco e di suo fratello
Giovanni, in un luogo chiamato Valinhos e intuendo che qualche cosa di
soprannaturale si stava avvicinando e ci avvolgeva, supponendo che la
Madonna sarebbe venuta ad apparirci, e dispiacendomi che Giacinta
restasse senza vederla, chiedemmo a suo fratello Giovanni che andasse a
chiamarla. Siccome non voleva andarci, gli diedi due ventini e così
partï correndo.
Quinta Apparizione (13 settembre 1917)
Quando l'ora fu vicina, andai con Giacinta e Francesco, tra numerose
persone, che a malapena ci lasciavano camminare. Le strade erano piene
zeppe di gente perché tutti volevano vederci e parlarci. Lì non c'era
rispetto umano. Numerose persone, e perfino signore e signori, riuscendo
ad aprirsi un varco tra la folla che si stringeva attorno a noi,
venivano a prostrarsi in ginocchio davanti a noi, chiedendo che
presentassimo alla Madonna le loro necessità. Altri, non riuscendo ad
arrivare vicino a noi, gridavano da lontano: Per amor di Dio chiedete
alla Madonna che mi guarisca il figlio che è zoppo. Un altro: che
guarisca il mio che è cieco. Un altro: il mio che è sordo. Che mi
riporti mio marito, mio figlio che è in guerra; che mi converta un
peccatore; che mi dia la salute, perché sono tisico, ecc. ecc.
Sesta Apparizione (13 ottobre 1917)
Uscimmo di casa abbastanza presto, tenendo conto dei ritardi
dell'andata. Il popolo era presente in massa. La pioggia, torrenziale.
Mia madre, temendo che quello fosse l'ultimo giorno della mia vita, con
il cuore a pezzi per l'incertezza di quello che sarebbe successo, volle
accompagnarmi. Durante il cammino, le scene del mese passato, più
numerose e commoventi. Nemmeno il fango dei sentieri impediva a quella
gente d'inginocchiarsi nell'atteggiamento più umile e supplichevole.
Arrivati alla Cova da Iria vicino all'elce, spinta da un movimento
interiore, chiesi al popolo di chiudere gli ombrelli per recitare il
Rosario. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e subito dopo la
Madonna sull'elce.
E… il miracolo del Sole ha luogo davanti a circa 70.000 persone presenti.
Ecco il racconto del prof. José Maria Proença de Almeida Garrett, docente alla facoltà di Scienze naturali dell'università di Coimbra, presente all'avvenimento:
"Saranno state circa le tredici e trenta pomeridiane quando, nel punto esatto dove si trovavano i fanciulli si alzò una colonna di fumo, sottile, bella e azzurrina, che si estendeva per almeno due metri sopra le loro teste, e a quella altezza evaporava. Questo fenomeno, perfettamente visibile a occhio nudo, durò pochi secondi. Non avendo preso nota della sua durata, non so dire se era più o meno di un minuto. Il fumo si dissolse improvvisamente, e dopo un po' si riformò una seconda volta, e poi una terza. Il cielo, che era stato nuvoloso tutto il giorno, improvvisamente si schiarì: la pioggia cessò e sembrò che il sole stesse per riempire di luce la campagna circostante, che in quella mattinata invernale appariva così malinconica. Io stavo guardando il luogo delle apparizioni in una serena, anche se fredda, aspettativa di qualcosa che doveva accadere, e la mia curiosità diminuiva per il lungo tempo che era passato senza che nulla attirasse la mia attenzione. Il sole, pochi istanti prima, si era fatto largo tra la spessa coltre di nuvole che lo nascondevano e ora risplendeva chiaro e intenso. Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi... voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall'altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c'era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina. [Durante questo tempo] il disco del sole non rimase immobile: aveva un movimento vertiginoso [ma] non come lo scintillio di una stella in tutto il suo splendore perché esso girava su se stesso in folli giravolte. Durante il fenomeno solare che ho appena descritto, avvenne anche un cambiamento di colore nell'atmosfera. Guardando verso il sole, ho notato che tutto stava diventando più scuro. Ho guardato prima gli oggetti più vicini e poi ho esteso il mio sguardo ai campi fino all'orizzonte. Vidi ogni cosa assumere il colore dell'ametista. Gli oggetti intorno a me, il cielo e l'atmosfera, erano dello stesso colore. Ogni cosa, sia vicina che lontana era cambiata, assumendo il colore di un vecchio damasco giallo. Sembrava che la gente soffrisse di itterizia e io ricordo di aver provato un senso di divertimento vedendo le persone sembrare così brutte e sgradevoli. La mia stessa mano era di tale colore. Poi, improvvisamente, si udì un clamore, un grido di angoscia prorompere da tutti. Il sole, roteando selvaggiamente, sembrò staccarsi all'improvviso dal firmamento e, rosso come sangue, avanzare minacciosamente verso la terra come per schiacciarci con il suo peso immenso e ardente. Durante quei momenti provai una sensazione veramente terribile. Tutti i fenomeni che ho descritto furono da me osservati in uno stato d'animo calmo e sereno, senza alcun disturbo emotivo. Interpretarli e spiegarli è compito di altri. Debbo dichiarare infine che mai, prima o dopo il 13 Ottobre [1917] ho assistito a simili fenomeni atmosferici o solari".
|
||
![]() |
![]() |
![]() |
Lucia
|
Giacinta |
![]()
Francesco |