Visita di San SebastianoPellegrinatio Mariae

Le ApparizioniIl Miracolo del Sole

 

La Madonna Pellegrina

 

La Madonna Pellegrina

 

Nostra Signora di Fatima

visita S. Sebastiano fuori le Mura

 

Nostra Signora di Fatima è arrivata nella Basilica di San Sebastiano fuori le Mura il 18 maggio 2014 ed è stata accolta dai fedeli della nostra comunità del Pettirosso, dai parrocchiani e dai visitatori con entusiasmo e commozione.

Un addobbo di fiori bianchi ha reso festosa la Basilica ed ha dato il benvenuto alla statua itinerante di Maria.

Per una intera settimana i frati francescani si sono adoperati per rendere speciale questo incontro celebrando Sante Messe, adorazioni, recitando il santo rosario e guidando i fedeli in commoventi processioni aux flambeaux.

Tante le lacrime versate dai visitatori, tante le preghiere d’intercessione ascoltate da Maria, tanta la condivisione dei cuori e la speranza.

Domenica 25 Maggio, i fazzoletti bianchi, sventolati dai fedeli commossi che gremivano la basilica, hanno salutato la statua di Maria e nel cuore di ogni Suo figlio è rimasta la nostalgia della Sua presenza e la consapevolezza di essere da Lei  particolarmente amati.

 

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Pellgrinatio Mariae

La pellegrinatio Mariae, iniziata alla fine della prima guerra mondiale, è il modo di Maria di farsi missionaria e non aspettare che l’umanità vada a trovarla nei santuari a Lei dedicati, ma di muoversi per prima e andare a visitare i suoi figli nelle loro case.

L’impulso decisivo a questo movimento è stato dato dall’immagine della Madonna di Fatima che dal 13 maggio 1947, partendo dal Portogallo,  ha preso a peregrinare lungo due strade: la strada europea e la strada mondiale per indicare ai popoli la via della salvezza attraverso il Vangelo.

Sua Santità Papa Pio XII, nel suo famoso messaggio radiotrasmesso ad un milione di pellegrini riuniti a Fatima il 13 ottobre 1951, disse: Là dove va la Vergine Pellegrina non vi sono più antagonismi nazionali che dividono, non più separazioni di frontiere, non più interessi che separano i suoi figli. Tutti, in questo momento, sentono la gioia di essere fratelli”.

Il 13 dicembre del 1958, la Conferenza Episcopale Italiana approvò il progetto di consacrare l’Italia a Maria e stabilì che questo atto avrebbe concluso il XVI Congresso Eucaristico Nazionale di Catania. I vescovi italiani fecero arrivare alla Madonna itinerante di Fatima l’invito di percorrere 92 capoluoghi della nostra nazione e di arrivare a Catania il 13 settembre del 1959 per ricevere dall’Italia inginocchiata la consacrazione ufficiale al Suo Cuore Immacolato.

Fu calcolato che nella sua Peregrinatio italiana essa fu accolta nelle piazze e nelle strade da ventisette milioni di italiani portando con sé un grande risveglio religioso, ricco di conversioni.

Fu in questa occasione che la statua di Nostra Signora di Fatima visitò San Giovanni Rotondo e sostò al capezzale di Padre Pio malato. Prima che riprendesse il volo, il grande Santo la pregò di non andarsene lasciandolo malato: l’elicottero che la riportava a casa sorvolò il santuario per tre volte ed egli guarì dal male che lo stava affliggendo.

Nel cinquantesimo anniversario di questa consacrazione, Papa San Giovanni Paolo Secondo volle ripetere alla Madonna pellegrina l’invito di visitare l’Italia e, nella Basilica di San Pietro, il 20 giugno del 2009 Ella ricevette il rinnovo della Consacrazione del nostro paese al suo Cuore Immacolato.

Il messaggio che la Regina del Rosario, come lei stessa si definì, ha portato al mondo nelle sue apparizioni può essere riassunto come un invito alla penitenza e alla preghiera, una rinunzia ad offendere Dio con un comportamento riprovevole, una richiesta di pace e una consacrazione permanente al Suo Cuore Immacolato per ricevere Cristo dalle sue sante mani e accogliere la Parola del Vangelo come unica via per essere salvati.

 

 

 

 

Le Apparizioni

Scritto da Lucia di Fatima (Suor Maria del Cuore Immacolato) nel 1941 per ordine di Sua Ecc. mons. José Alves Correia da Silva, che le ordinò di scrivere qualsiasi altra cosa lei ricordasse sugli avvenimenti di Fatima.

 

Prima apparizione, 13 maggio 1917

 

Mentre stavo giocando con Giacinta e Francesco a fare un muretto intorno a una macchia, in cima al pendio della Cova da Iria, vedemmo, all'improvviso, qualcosa come un lampo.
-  è
bene che ce n'andiamo a casa - dissi ai miei cugini - perché sta lampeggiando. Potrebbe venire un temporale.
-
Sï, andiamo - risposero.

E cominciammo a scendere il pendio, spingendo le pecore verso la strada. Arrivati all'incirca a metà pendio, quasi vicino a un grande leccio che c'era lì, vedemmo un altro lampo e, fatti alcuni passi più avanti, vedemmo sopra un'elce una Signora, tutta vestita di bianco, più  brillante del sole che diffondeva luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua cristallina, attraversata dai raggi del sole pïù ardente. Sorpresi dall'apparizione, ci fermammo. Eravamo così vicini, che ci trovammo dentro alla luce che la circondava o che Lei diffondeva. Forse a un metro e mezzo di distanza, più o meno. Allora la Madonna ci disse:
- Non abbiate timore. Io non vi faccio del male.
-
Di dove siete? - le domandai.
- Sono del cielo.
-
E che cosa volete da me?
- Sono venuta a chiedervi che veniate qui sei mesi di seguito, il giorno 13 a questa stessa ora. Poi dirò chi sono e che cosa voglio. Poi tornerete ancora qui una settima volta.
-
E anch'io andrò in cielo?
- Sï, ci andrai.
-
E Giacinta?
- Anche lei.
-
E Francesco?
- Pure, ma deve recitare molti Rosari.
Mi ricordai allora di chiedere di due ragazze che erano morte da poco. Erano mie amiche e stavano in casa mia per imparare a tessere con la mia sorella più anziana.
-
Maria das Neves è già in cielo?
- Sï.
(Mi pare che abbia avuto più o meno sedici anni).
-
E Amelia?
- è in purgatorio fino alla fine del mondo.
(Mi pare che abbia avuto da diciotto a vent'anni).
- Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze ch'Egli vorrà inviarvi, in atto di riparazione dei peccati con cui Egli è offeso e di supplica per la conversione dei peccatori?
-
Sì, vogliamo.
- Avrete dunque molto da soffrire, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto.
Fu al pronunciare queste parole (“la grazia di Dio ecc”), che aprì per la prima volta le mani, comunicandoci una luce molto intensa, come un riflesso che da esse usciva, che ci penetrava nel petto e nel più intimo dell'anima, facendoci vedere noi stessi in Dio, che era quella stessa luce, più chiaramente di quanto non ci vediamo nel migliore degli specchi. Allora, per un impulso intimo, anch'esso comunicato, cademmo in ginocchio e ripetemmo intimamente:
“O Santissima Trinità, io vi adoro. Mio Dio, mio Dio, io vi amo nel Santissimo Sacramento".
Passati i primi momenti, la Madonna aggiunse:
Recitate il Rosario tutti i giorni per ottenere la pace per il mondo e la fine della guerra.
Subito dopo, cominciò a elevarsi serenamente, salendo verso levante, fino a scomparire nell'immensità della distanza. La luce che la circondava apriva come un sentiero tra la massa degli astri, motivo per cui alcune volte abbiamo detto di aver visto il cielo aprirsi.

 

 

Seconda Apparizione (13 giugno 1917)

 

Dopo aver recitato il Rosario con Giacinta e Francesco ed altre persone presenti, vedemmo di nuovo il riflesso della luce che si avvicinava (e che noi chiamavamo lampo) e, subito dopo, la Madonna sopra l'elce, tutto come nel mese di maggio.
-
Che cosa volete da me? - domandai.
- Voglio che veniate qui il 13 del prossimo mese, che recitiate il Rosario tutti i giorni e che impariate a leggere. Poi dirò quello che voglio.
Chiesi la guarigione di un malato.
- Se si converte, guarirà durante l'anno.
-
Vorrei chiedervi di portarci in cielo.
- Sì, Giacinta e Francesco li porterò presto. Ma tu resterai qua ancora per un po'. Gesù vuol servirsi di te per farmi conoscere e amare. Lui vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato.
-
Resto qui sola? - domandai afflitta.
- No, figlia. E tu soffri molto per questo? Non ti scoraggiare. Io mai ti lascerò. Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà fino a Dio.
Fu nell'istante in cui disse queste ultime parole, che aprï le mani e ci comunicò per la seconda volta il riflesso di quella luce immensa. In essa noi ci vedevamo come immersi in Dio. Giacinta e Francesco pareva che stessero nella parte di quella luce che si elevava verso il cielo e io in quella che si diffondeva sulla terra. Davanti al palmo della mano destra della Madonna c'era un cuore circondato di spine, che pareva vi stessero conficcate. Comprendemmo che era il Cuore Immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati dell'umanità, che voleva riparazione.
Ecco, eccellenza reverendissima, a che cosa ci riferivamo quando dicevamo che la Madonna ci aveva rivelato un segreto in giugno. La Madonna non ci ordinava ancora, questa volta, di mantenere il segreto. Ma sentivamo dentro che Dio a questo ci spingeva.

 

 

Terza Apparizione (13 luglio 1917)

 

Alcuni momenti dopo essere arrivati alla Cova da Iria, vicino all'elce, tra una numerosa folla di popolo, mentre dicevamo il Rosario, vedemmo il riflesso della luce familiare e, subito dopo, la Madonna sopra l'elce.
-
Che cosa volete da me? - domandai.
- Voglio che veniate qui il 13 del prossimo mese, che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni in onore della Madonna del Rosario per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché solo Lei vi potrà aiutare.
-
Vorrei chiedervi di dirci chi siete, e di fare un miracolo con il quale tutti credano che Voi ci apparite.
- Continuate a venire qui tutti i mesi. In ottobre dirò chi sono, quello che voglio e farò un miracolo che tutti vedranno per credere.
A questo punto feci alcune richieste, che non ricordo bene quali furono. Quel che mi ricordo è che la Madonna disse che era necessario recitare il Rosario per ottenere le grazie durante l'anno.
E continuò:
Sacrificatevi per i peccatori e dite molte volte, specialmente quando fate qualche sacrificio:
"O Gesù, per vostro amore, per la conversione dei peccatori e in riparazione dei peccati commessi contro il Cuore Immacolato di Maria".  Mentre diceva queste ultime parole, aprì di nuovo le mani come nei due mesi passati. Il riflesso parve penetrare la terra e vedemmo come un mare di fuoco, immersi in questo fuoco i demoni e le anime come se fossero braci trasparenti e nere o abbronzate, con forma umana, che fluttuavano nell'incendio, sollevate dalle fiamme che da loro stesse uscivano insieme a nuvole di fumo, e ricadevano da tutte le parti, simili al cadere di faville nei grandi incendi, senza peso né equilibrio, tra grida e gemiti di dolore e di disperazione, che terrorizzava e faceva tremare di paura. (Dev'essere stato l'impatto con questa visione che mi fece pronunciare ‘quell'ahiï’ che dicono di aver sentito da me). I demoni si distinguevano per forme orribili e schifose di animali spaventosi e sconosciuti, ma trasparenti come neri carboni accesi.
Spaventati e come per invocare soccorso alzammo gli occhi verso la Madonna, che ci disse con bontà e tristezza:
Avete visto l'inferno, dove vanno le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato. Se faranno quello che io vi dirò, molte anime si salveranno e ci sarà pace. La guerra sta per finire, ma, se non smetteranno di offendere Dio, sotto il regno di Pio XI, ne comincerà un'altra peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dïce e che sta per punire il mondo dei suoi crimini per mezzo della guerra, della fame e di persecuzioni alla Chiesa e al santo Padre. Per impedirla, verrà a chiedere la consacrazione della Russia al mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se ascolteranno le mie richieste, la Russia si convertirà e ci sarà pace; se no, diffonderà i suoi errori nel mondo promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa; i buoni saranno martirizzati; il Santo Padre avrà molto da soffrire; varie nazioni saranno distrutte. Alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre mi consacrerà la Russia che si convertirà e sarà concesso al mondo un periodo di pace. In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede. Ecc. Questo non lo dite a nessuno. A Francesco, sï, potete dirlo.
Quando recitate il Rosario, dite dopo ogni mistero:
"O mio Gesù, perdonateci, liberateci dal fuoco dell'inferno, portate in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose di misericordia".
Seguì un istante di silenzio e domandai:
-
Non volete pïù nulla da me?
- No, oggi non voglio più nulla. - E, come al solito, cominciò a elevarsi verso levante fino a scomparire nell'immensa distanza del firmamento.
[questo è il terzo segreto affidato da Maria]

 

 

Quarta Apparizione (15 agosto 1917)

 

Andando con le pecore in compagnia di Francesco e di suo fratello Giovanni, in un luogo chiamato Valinhos e intuendo che qualche cosa di soprannaturale si stava avvicinando e ci avvolgeva, supponendo che la Madonna sarebbe venuta ad apparirci, e dispiacendomi che Giacinta restasse senza vederla, chiedemmo a suo fratello Giovanni che andasse a chiamarla. Siccome non voleva andarci, gli diedi due ventini e così partï correndo.
Nel frattempo, vidi insieme a Francesco il riflesso della luce, che noi chiamavamo lampo e, arrivata Giacinta, un istante dopo, vedemmo la Madonna sopra un'elce.
-
Che cosa volete da me?
- Voglio che continuiate ad andare alla Cova da Iria il 13 e che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni. L'ultimo mese farò il miracolo perché tutti credano.
-
Che cosa volete che si faccia con i soldi che il popolo lascia alla Cova da Iria?
- Facciano due bussole: una portala tu insieme a Giacinta e ad altre due bambine vestite di bianco; l'altra che la porti Francesco con altri tre bambini. I soldi delle bussole sono per la festa della Madonna del Rosario e quello che avanza è per la costruzione di una cappella che mi faranno fare.
-
Vorrei chiedervi la guarigione di alcuni malati.
- Sï, alcuni guariranno durante l'anno.
E, assumendo un aspetto più triste:
- Pregate, pregate molto e fate sacrifici per i peccatori, perché molte anime vanno all'inferno perché non hanno chi si sacrifichi e preghi per loro.
E, come al solito, cominciò ad elevarsi verso levante.

 

 

Quinta Apparizione (13 settembre 1917)

 

Quando l'ora fu vicina, andai con Giacinta e Francesco, tra numerose persone, che a malapena ci lasciavano camminare. Le strade erano piene zeppe di gente perché tutti volevano vederci e parlarci. Lì non c'era rispetto umano. Numerose persone, e perfino signore e signori, riuscendo ad aprirsi un varco tra la folla che si stringeva attorno a noi, venivano a prostrarsi in ginocchio davanti a noi, chiedendo che presentassimo alla Madonna le loro necessità. Altri, non riuscendo ad arrivare vicino a noi, gridavano da lontano: Per amor di Dio chiedete alla Madonna che mi guarisca il figlio che è zoppo. Un altro: che guarisca il mio che è cieco. Un altro: il mio che è sordo. Che mi riporti mio marito, mio figlio che è in guerra; che mi converta un peccatore; che mi dia la salute, perché sono tisico, ecc. ecc.
Lì apparivano tutte le miserie della povera umanità e alcuni gridavano perfino dalla cima degli alberi e dai muretti, dove salivano al fine di vederci passare. Dicendo agli uni di sï, dando la mano agli altri per aiutarli ad alzarsi dalla polvere della terra, andavamo avanti grazie ad alcuni signori che ci aprivano un passaggio tra la folla.
Quando leggo adesso nel Nuovo Testamento certe scene così affascinanti di quando Nostro Signore passava attraverso la Palestina, mi ricordo di queste a cui ancora cosï piccina, Nostro Signore mi ha fatto presenziare, nei poveri sentieri e strade da Aljustrel a Fatima e alla Cova da Iria. E rendo grazie a Dio, offrendogli la fede del nostro buon popolo portoghese. E penso: Se questa gente si umilia cosï davanti a tre poveri bambini, solo perché ad essi è concessa misericordiosamente la grazia di parlare con la Madre di Dio, che cosa non farebbero se vedessero davanti a sé Gesù Cristo in persona?
Comunque tutto questo non c'entra niente qui; è stata più che altro una distrazione della penna che mi è andata dove io non volevo. Pazienza! Una cosa inutile in più; non la tolgo per non sciupare il quaderno.
Arrivammo finalmente alla Cova da Iria, vicino all'elce e cominciammo a dire il Rosario con il popolo. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e, subito dopo, la Madonna sull'elce.
- Continuate a recitare il Rosario per ottenere la fine della guerra. In ottobre verrà anche Nostro Signore, la Madonna Addolorata e del Carmine, S. Giuseppe col Bambino Gesù per benedire il mondo. Dio è contento dei vostri sacrifici, ma non vuole che dormiate con la corda, portatela solo durante il giorno.
-
Mi hanno chiesto di chiedervi molte cose: la guarigione di alcuni malati, di un sordomuto.
- Sï, alcuni li guarirò, altri no. In ottobre farò il miracolo perché tutti credano.
E cominciando a elevarsi scomparve, come al solito.

 

 

Sesta Apparizione (13 ottobre 1917)

 

Uscimmo di casa abbastanza presto, tenendo conto dei ritardi dell'andata. Il popolo era presente in massa. La pioggia, torrenziale. Mia madre, temendo che quello fosse l'ultimo giorno della mia vita, con il cuore a pezzi per l'incertezza di quello che sarebbe successo, volle accompagnarmi. Durante il cammino, le scene del mese passato, più numerose e commoventi. Nemmeno il fango dei sentieri impediva a quella gente d'inginocchiarsi nell'atteggiamento più umile e supplichevole. Arrivati alla Cova da Iria vicino all'elce, spinta da un movimento interiore, chiesi al popolo di chiudere gli ombrelli per recitare il Rosario. Poco dopo vedemmo il riflesso della luce e subito dopo la Madonna sull'elce.
-
Che cosa volete da me?
- Voglio dirti che si faccia qui una cappella in mio onore, che sono la Madonna del Rosario, che si continui sempre a recitare il Rosario tutti i giorni. La guerra sta per finire e i soldati torneranno presto alle loro case.
-
Io avevo molte cose da chiedervi: se guarivate alcuni malati, se convertivate alcuni peccatori, ecc.
- Alcuni sì, altri no. è necessario che si correggano, che domandino perdono dei loro peccati.
E assumendo un aspetto più triste:
- Non offendano più Dio Nostro Signore, che è già molto offeso.
E aprendo le mani le fece riflettere sul sole e, mentre si elevava, continuava il riflesso della sua luce a proiettarsi sul sole. Ecco, eccellenza reverendissima, il motivo per cui gridai di guardare verso il sole. Il mio scopo non era richiamare da quella parte l'attenzione del popolo, perché non mi rendevo nemmeno conto della sua presenza. Lo feci solo perché trasportata da un movimento interiore che  mi spinse.
Scomparsa la Madonna nell'immensa distanza del firmamento, vedemmo accanto al sole san Giuseppe col Bambino e la Madonna vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino parevano benedire il mondo, con i gesti che facevano con la mano, in forma di croce.
Poco dopo, svanita questa apparizione, vidi Nostro Signore e la Madonna che mi dava l'impressione d'essere la Madonna Addolorata. Nostro Signore pareva benedire il mondo come aveva fatto san Giuseppe. Svanì questa apparizione e mi parve di vedere ancora la Madonna nelle vesti della Madonna del Carmine.

 

 E il miracolo del Sole ha luogo davanti a circa 70.000 persone presenti.

 

 

Il Miracolo del Sole

 

 

Ecco il racconto del prof. José Maria Proença de Almeida Garrett, docente alla facoltà di Scienze naturali dell'università di Coimbra, presente all'avvenimento:

 

"Saranno state circa le tredici e trenta pomeridiane quando, nel punto esatto dove si trovavano i fanciulli si alzò una colonna di fumo, sottile, bella e azzurrina, che si estendeva per almeno due metri sopra le loro teste, e a quella altezza evaporava. Questo fenomeno, perfettamente visibile a occhio nudo, durò pochi secondi. Non avendo preso nota della sua durata, non so dire se era più o meno di un minuto. Il fumo si dissolse improvvisamente, e dopo un po' si riformò una seconda volta, e poi una terza. Il cielo, che era stato nuvoloso tutto il giorno, improvvisamente si schiarì: la pioggia cessò e sembrò che il sole stesse per riempire di luce la campagna circostante, che in quella mattinata invernale appariva così malinconica. Io stavo guardando il luogo delle apparizioni in una serena, anche se fredda, aspettativa di qualcosa che doveva accadere, e la mia curiosità diminuiva per il lungo tempo che era passato senza che nulla attirasse la mia attenzione. Il sole, pochi istanti prima, si era fatto largo tra la spessa coltre di nuvole che lo nascondevano e ora risplendeva chiaro e intenso.

Improvvisamente udii il clamore di centinaia di voci e vidi che la folla si sparpagliava ai miei piedi... voltava la schiena al luogo dove, fino a quel momento, si era concentrata la sua attesa e guardava verso il sole dall'altro lato. Anche io mi sono rivoltato verso il punto che richiamava lo sguardo di tutti e potei vedere il sole apparire come un disco chiarissimo, con i contorni nitidi, che splendeva senza offendere la vista. Non poteva essere confuso con il sole visto attraverso una nebbia (che non c'era in quel momento) perché non era né velato né attenuato. A Fatima esso manteneva la sua luce e il suo calore e si stagliava nel cielo con i suoi nitidi contorni, come un largo tavolo da gioco. La cosa più stupefacente era il poter contemplare il disco solare, per lungo tempo, brillante di luce e calore, senza ferirsi gli occhi o danneggiare la retina.

[Durante questo tempo] il disco del sole non rimase immobile: aveva un movimento vertiginoso [ma] non come lo scintillio di una stella in tutto il suo splendore perché esso girava su se stesso in folli giravolte. Durante il fenomeno solare che ho appena descritto, avvenne anche un cambiamento di colore nell'atmosfera. Guardando verso il sole, ho notato che tutto stava diventando più scuro. Ho guardato prima gli oggetti più vicini e poi ho esteso il mio sguardo ai campi fino all'orizzonte. Vidi ogni cosa assumere il colore dell'ametista. Gli oggetti intorno a me, il cielo e l'atmosfera, erano dello stesso colore. Ogni cosa, sia vicina che lontana era cambiata, assumendo il colore di un vecchio damasco giallo. Sembrava che la gente soffrisse di itterizia e io ricordo di aver provato un senso di divertimento vedendo le persone sembrare così brutte e sgradevoli. La mia stessa mano era di tale colore. Poi, improvvisamente, si udì un clamore, un grido di angoscia prorompere da tutti. Il sole, roteando selvaggiamente, sembrò staccarsi all'improvviso dal firmamento e, rosso come sangue, avanzare minacciosamente verso la terra come per schiacciarci con il suo peso immenso e ardente. Durante quei momenti provai una sensazione veramente terribile. Tutti i fenomeni che ho descritto furono da me osservati in uno stato d'animo calmo e sereno, senza alcun disturbo emotivo. Interpretarli e spiegarli è compito di altri. Debbo dichiarare infine che mai, prima o dopo il 13 Ottobre [1917] ho assistito a simili fenomeni atmosferici o solari".

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lucia

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Giacinta

 

 

 

 

 

 

Francesco