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In ricordo di...

 

 

Il trapasso in Cielo di Mamma Maria

Il 25 agosto 2021, padre Renzo si trova in vacanza a Cesenatico, ospite di una coppia di cari amici, quando, come fulmine a ciel sereno, gli arriva la notizia che mamma Maria è tornata alla Casa del Padre. Sono le ore 22. Subito me lo comunica con un messaggino e mi chiede di pregare per lei "perché nella Sua infinita misericordia, Gesù l'accolga in Paradiso" (sono le sue parole).

Io alzo al Signore una preghiera forte e chiedo a tutti i contatti della nostra Comunità del Pettirosso di pregare insieme a me.

Renzo si mette in macchina per raggiungere la casa famiglia nella quale la mamma è deceduta. Quando arriva e la vede composta nel sonno della morte si commuove e ringrazia Dio per averla portata via nel sonno; infatti, il suo viso è sereno, quasi sorridente, nessuna contrazione mostra una eventuale sofferenza.

L'ultima volta che l'aveva vista (due settimane prima) gli aveva confidato di essere pronta a lasciare questa terra, anzi, aspettava la morte come un dono perché era stanca. Dato il distanziamento richiesto per l'emergenza Covid, non si sono potuti toccare, non si sono potuti stringere in un ultimo abbraccio e versare lacrime: mamma Maria, da lontano, non finiva mai di portarsi la mano alla bocca per mandargli baci. Questa è l'ultima immagine della sua persona che rimarrà per sempre impressa nel suo cuore.

Descrivere il rapporto tra queste due creature amate dal Signore non è facile. Sono tanti i ricordi che affiorano alla mia mente vissuti nei venti anni della nostra conoscenza! Provo, comunque, a farne una composizione attraverso i flash che si accendono davanti ai miei occhi:

- Le loro mani che si cercano quando siedono accanto; 

- le braccia che si allargano quando si vedono;

- l'amplesso che li unisce e dura a lungo come fosse difficile distaccarsi l'uno dall'altra;

- il bacio di Renzo deposto sulla guancia della mamma che chiude gli occhi per goderne a pieno;

- e ancora il riviverne la storia che ho elaborato attraverso i diari.

Forse il più vivo e indimenticabile è quello di vederla all'alba, ancora giovane, al lavatoio di Marcellina quando si recava a lavare i panni della sua numerosa famiglia e rompeva il ghiaccio che si era formato nella notte. Era lì prima di tutte le altre mamme per trovare l'acqua pulita.

Renzo insieme ai suoi congiunti decidono di celebrare il funerale l'indomani 26 di agosto. Prima scelgono la chiesa della Madonna delle Grazie, ma poi, visto il numero enorme di messaggi che bombardano il cellulare di Renzo, la celebrazione è spostata nella chiesa principale del paese: la bellissima e più spaziosa chiesa di Cristo Re.

Alle 15.30 del 26 agosto alcuni Pettirossi ed io siamo seduti in chiesa e aspettiamo l'arrivo di Padre Renzo e della sua mamma.

La chiesa è stracolma, le persone sono giunte dai luoghi più diversi, anche da fuori Roma, tutti vogliono abbracciare il nostro Pastore, dargli sostegno, dirgli il "noi ci siamo sempre, non ti abbiamo scordato, ci manchi!".

Io sono commossa, rivedo i volti delle persone che affollavano i nostri ritiri, i nostri viaggi in Terra Santa, le varie Parrocchie dove Renzo è stato di famiglia.

Come in un filmato rivivo la storia della nostra vita e ringrazio Dio che a carattere cubitali incide le sue grazie sull'esistenza di ognuno.

Alle 15.45 entrano padre Renzo e i suoi familiari, seguono la bara di noce che contiene il corpo senza vita di Mamma Maria. 

Capisco, guardando padre Renzo che è molto commosso e spero che non sia lui a presiedere la celebrazione.

Ci sono tre sacerdoti insieme a lui: il parroco della chiesa Cristo Re e un altro sacerdote amico di Renzo.

Si siedono tutti e tre, ma vedo che l'abito talare lo veste solo il Parroco. Tiro un sospiro di sollievo. Renzo siede alla destra del Parroco, la celebrazione ha inizio, Renzo rimane seduto... è in un altro mondo! Solo io, credo, di averlo compreso: non si muove, sembra quasi non respirare, il suo capo è reclinato sul petto, gli occhi sono chiusi, ha raggiunto quel mondo interiore che gli appartiene, in esso ha inglobato sua madre, sono entrambi in viaggio verso il Cielo.

Dopo una quindicina di minuti si alza di scatto, va sull'altare e partecipa alla consacrazione.

Il Parroco, alla fine della Messa, gli chiede di dire due parole sulla sua mamma. Renzo va al microfono e ci parla di lei. Poche parole, qualche ricordo, non ha ancora metabolizzato che sua mamma è morta. Segue la benedizione della salma, la benedice lui con un sorriso dolcissimo sul viso.

Alla fine della celebrazione le persone si fermano sul sacrato per salutare Renzo... non so quanti abbracci ha ricevuto e donato.

Ci spostiamo al cimitero per la tumulazione, solo le persone più intime sono con noi. La mamma scompare nel fornetto. La vita riprende. Il vuoto rimane.

L'indomani padre Renzo mi manda una poesia scritta per la mamma alle quattro di mattina dopo una notte insonne, la ricopio:

 Mamma!

sei partita,
silenziosamente

te ne sei andata...
Sorella morte
nel sonno ti ha abbracciata.
Sazia di anni
di vita sulla terra,
per l'Universo,
frazione d'un momento,
ti ho visto serena,
sembravi addormentata
in quel riposo
che avevi tanto atteso...
In Cielo tu m'attendi
un giorno non lontano
per ritrovare quell'abbraccio
che durerà per sempre.
Mamma,

che in Cielo vedi

con gli occhi di Dio Padre
prega per noi

che siamo ancora in terra
per realizzare il Disegno d'Amore
per cui fummo creati.
Godi di quella Pace
dono d'Amor del Cielo 

della Misericordia frutto
cui il cuore nostro anela.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(Il brano è stato scritto da Maria Teresa Lo Bianco, rappresentante legale della Comunità del Pettirosso).

 


 Mamma Lilia: una Leonessa dall'animo puro

Certamente aveva visto bene nonna Ida quando alla nascita della bambina aveva voluto darle il nome del giglio, simbolo di purezza, lilium, perché era candida non solo di pelle ma certamente pura d'animo. In tanti me lo hanno detto con gli aggettivi più belli che si possano usare: una persona particolare, fortissima, piena di grazia, dolcezza, armonia, grande intelligenza, bontà e attenzione per il prossimo. tutti abbiamo nel cuore il suo sorriso, la sua grazia, la sua umanità, la sua unica bellezza che comunicava pace e solidarietà, mi piace condividere con voi quello che ha detto Gabriele, il bambino dei nostri dirimpettai di casa in Sicilia, quando la sua mamma ha cercato di comunicargli che la signora Lilia era partita per il Paradiso. Ma no mamma, la signora Lilia non è andata solo in Paradiso, il Padreterno per lei ha dovuto certamente costruire un posto speciale più bello del Paradiso!!! I bambini hanno delle intuizioni particolari.

Nel ringraziare tutti e in particolare mia nipote Cristina e la mamma Cettina per il grande affetto, desidero leggere uno dei tantissimi messaggi ricevuti: "La tua meravigliosa mamma è un Angelo luminosissimo che veglia su di te e la tua famiglia. E' stata Donna con la D maiuscola per la sua bellezza interiore ed esteriore. Che signorilità! Che bontà! Che intelligenza! Adesso vive dentro di te e prega per te, per i familiari, per gli amici e per tutti i bisognosi. Lei e Piero, entrambi meravigliosi, sono con te. Coraggio! non si vogliono perdere mai le persone care, è molto triste, però quando ti lasciano ricordi profumatissimi si respira sempre quel profumo e ci si sente ossigenati. Ci dispiace moltissimo per la loro assenza sulla terra, ma ci vuole forza, cercando di fare germogliare nel cuore la loro bellezza che è luce e dipana le ombre. Porterò sempre nel cuore il suo sorriso smagliante".

Per noi figli è un grande privilegio avere avuto in terra una Mamma così, sapere che continua dal cielo ad essere dentro di noi e dentro tutte le persone che l'hanno conosciuta è motivo di grande orgoglio e infinita gioia. In questo giorno, che è anche il giorno del quarto anniversario di Piero, voglio ricordare una espressione tipica di mamma quando commentava qualcosa di bello successo nella mia famiglia indipendentemente di chi fosse il merito diceva "Bravo Piero!". Sì, Bravo Piero. Grazie Piero! Sono stata veramente fortunata. Abbiamo condiviso tutto, in particolare il valore della Famiglia a cui abbiamo dedicato quest'anno il tuo ricordo con un libro illustrato dai pronipoti.

Ho preparato per tutti un biglietto ricordo con l'immagine della Natività, un disegno del 2011 che si intitola "Qui Dio è nato" e ho voluto riportare un pensiero che nel Natale del 2011 ci aveva donato Padre Renzo perché penso che si applichi perfettamente a Mamma Lilia: "Sii l'espressione della bontà di Dio: bontà nei tuoi occhi, nelle tue parole, nel tuo cuore e nel tuo giudizio. Fa che chiunque ti incontri possa dire: Qui Dio è nato".

Grazie Mamma per il Dono della Vita e della Famiglia, doni che hai rinnovato instancabilmente ogni singolo giorno dei miei sessanta anni di vita che grazie a te e a papà sono stati bellissimi.

Grazie Mamma! Grazie Piero!

5 Marzo 2018.

 


 

 

È arrivata inaspettata la notizia: Piero Magrì è tornato alla casa del Padre.

Sapevamo che una malattia stava aggredendo il suo corpo ma le nostre preghiere lo avevano sempre accompagnato e chiedevamo al Signore di farlo rimanere con noi un altro poco, forse eravamo egoisti, ma quando un santo vive tra di noi, non vogliamo lasciarlo andare per non sentirci poveri.

Piero ha accompagnato la vita della nostra Comunità del Pettirosso in punta di piedi, con il suo fare silenzioso ma presente: una roccia a cui appigliarsi che, come un rifugio accogliente, è sempre stata disponibile a dare il suo consiglio ed il suo aiuto.

Era un uomo buono, intelligente, colto, versatile e sapeva mettere a profitto i suoi talenti per il bene degli altri. Bastava mezza parola perché in lui scattasse la molla di quella carità che non si aspetta un ritorno perché è tanta la felicità provata nell’elargirla che diventa un dono prezioso poterla donare a chi ne ha bisogno.

Piero era un uomo innamorato. Il suo amore per la vita, per le piccole cose di ogni giorno, per la natura, per i rapporti armoniosi con i familiari, con gli amici e le persone che incontrava distendeva il suo viso e gli dava quell’aria equilibrata di persona appagata.

Un giorno benedetto il Signore lo volle premiare e mise una donna affascinante nel percorso della sua vita, fu così che conobbe Daniela. Si sposarono e il loro amore fu tanto grande e completo da riempire di gioia chi aveva la fortuna di passare loro accanto. Il loro matrimonio è stato un esempio per tutti, è stato il prototipo del matrimonio benedetto da Cristo che mai e poi mai può esaurirsi sulla terrena ma continuerà in quei Cieli nuovi che, per grazia di Dio, ci attendono tutti. Questo è tanto vero che il viso di Daniela si è illuminato dalla luce celeste, non traspare il lutto dai suoi occhi, ma la certezza che Piero non è morto, si è solo trasferito in un luogo bellissimo, pieno di quei colori che lei usa per i suoi acquarelli luminosi: è là e l’aspetta per continuare a vivere da sposi.

L’intera comunità ringrazia Dio di averglielo donato, se lo sente vicino e sa che ha un nuovo angelo nel cielo che l’accompagna e prega per le sue necessità.

Piero si è trasferito nella Casa del Padre il 5 marzo 2014.

 


 

Iolanda!

fiore reciso per abbellire il Cielo, sei partita per prima lasciando nel nostro cuore il tuo profumo.

Ricordiamo i colori dei fiori che depositavi sull'altare per lodare Dio e addobbare la mensa del Figlio che moriva per noi. Ricordiamo le tue parole buone, l'amore che seminavi tra i fratelli, la gioia con cui parlavi della vita, dei boschi, della natura tutta e la tua forza nell'abbracciare la croce.

Noi ti conserviamo nel cuore e ti chiediamo di pregare per noi. Tu, che già sei  arrivata alla meta, continua da lì a farci arrivare le lodi e le preghiere.

Attendici in Cielo e vienici incontro con il tuo sorriso quando ti raggiungeremo per abbracciarti ancora e godere con te di quella luce eterna che già in terra brillava nei tuoi occhi!

Iolanda è nata al Cielo il 12 Agosto 2002


Sandro,

fratello nostro, te ne sei volato in cielo senza  preavviso, hai chiuso gli occhi per pregare un poco, come facevi sempre nell’ora della siesta, e quando li hai riaperti sei rimasto incantato perché ti sei trovato avvolto nella luce e attorniato dagli Angeli di Dio. Hai creduto che fosse una visione, un’altra sorpresa bella preparata da Maria… te ne aveva preparate tante e tu ce le raccontavi con trepidazione, forse aspettavi che quel sogno finisse ed avevi fretta di ritornare sulla terra perché si era fatto tardi e tu dovevi prenderti cura delle incombenze quotidiane. Che gioia avrai provato quando hai capito che eri approdato in Paradiso! Tu da sempre lo avevi saputo che un giorno sarebbe venuta Lei a prenderti per mano, la Mamma tua del cielo, tanto amata, che hai servito con l’amore del tuo grande cuore per tutta la tua vita.  

Forse hai guardato quaggiù ed hai pregato per i tuoi familiari, per i tuoi amici perché fossero contenti e non piangessero per te e ci hai anche chiesto scusa per non avere avuto il tempo di lasciarci un saluto.

Non ci manchi amico grande perché per noi sei già risorto e ti sentiamo accanto più di prima. Vediamo il tuo sorriso, sentiamo la tua voce dolce che ci chiama.

Sei passato in questo mondo come un lampo di luce. Hai aiutato i bisognosi, hai curati i cuori che ti chiedevano aiuto, hai portato i malati a Lourdes verso quella Grotta che accendeva le speranze come Fonte di luce, hai pregato con loro e li hai sostenuti.

Hai creata una famiglia bella, l’hai sempre considerata il tuo capolavoro: una moglie che ti ha amato ed ha vissuto per procurarti gioia, un figlio che ti è sempre stato amico e che tu hai guidato e reso un uomo vero, forte, con una grande capacità di perdono e con la libertà dei figli di Dio; una figlia dolce come lo eri tu che è stata l’amore del tuo cuore e l’hai custodita sempre come il tuo tesoro; la tua piccola Carlotta che ti ha riempito di felicità con le sue parole e le moine di bambina bella come il sole e tu in cambio l’hai incoronata principessa di un mondo di fiabe colorato di rosa.

Sandro, amico nostro, presenza costante che non si è mai fatta desiderare perché si faceva incontrare sempre nel luogo dove poteva amare, no, non ci puoi mancare perché una persona come te lascia la sua impronta sulla terra e le sue orme ci guidano e ci incoraggiano ad andare verso quella meta che hai conseguito tu.

Ti conserviamo nel cuore, viviamo insieme a te per respirare quel profumo che emana il Paradiso. Proteggici dal cielo, sorridici ancora e… cantaci uno stornello con la tua voce calda ed intonata che si divertiva nei gorgheggi e ci insegnava che la vita è bella, che bisogna viverla lodando Dio, amando i fratelli e camminando con l’anima sospesa in un cielo stellato.

11 Febbraio 2007

Te ne sei annato via così... da un giorno a nantro...
Senza avvertì nessuno,

senza manco un saluto,

bastava nbacio solo,

si, quello da cornuto...


Ce sò rimasto male,

me sò pure ncazzato!

Poi invece grazie ar tempo

ho capito e ho ripensato:


Quelli da salutà

li salutavi sempre,

pure se quarcheduno

faceva finta de gnente.


Da dì c'avevi poco

eri n'omo d'azione,

na mano ar portafogli

e l'artra sempre ar core.


Mò tutti s'aricordeno

quant'eri bono e bravo!

Qualcuno, esageranno,

pe lucidà er pomello,

s'è messo a ricordà quant'eri magro e bello!


Quant'eri bono e bravo

nun è certo ricordo

e chi nun se n'è accorto

perché era cieco e sordo...


Un dubbio m'arimane

invece per il bello!

Magari immaginannote,

nascosto da n'ombrello!!!


Mò basta a dì fregnacce

perché c'ho er core a pezzi,

bastasse na risata

a risanà sti cocci!


Invece stai lassù,

qualcuno qua m'ha detto,

però lì a casa tua

com'è voto quer letto!


E le parole tue risoneno,

che strano,

le sento mejo adesso

che le dici da lontano...


Adesso che stai lì, sei semplice, perfetto,

beato, illuminato, angelico e soave,

eppure preferivo

quann'eri uno normale:


Co tutte le cazzate,

e ne facevi tante,

e co quelle risate

a vorte per un gnente.


Eri n'omo de fede,

la morte l'aspettavi

co la porta socchiusa

e la croce tra le mani;


Quindi sarai sereno,

er cerchio tu l'hai chiuso

è a me che mò me brucieno

le lacrime sur viso;


Però riposa in pace,

sereno sotto terra

che ce pensamo noi

a continuà la guerra;


Magari quarcheduno

avrà pure capito

che alla fine dei conti

mori com'hai vissuto.


Adesso te saluto,

dorce e caro zio SANDRO,

t'ho conosciuto poco,

però t'ho amato tanto.

Tony

 

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In morte del fratello Alessandro

 All’improvviso

l’Assenza diventa Presenza

compagna silenziosa

mai ti lascia

e

senza dire parole

vive con te

e

insieme a te

con un linguaggio

nuovo e diverso

continua a vivere

nel sogno, nella nostalgia

e nel rimpianto

come una presenza

forte e costante.

                           Silvana

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In Ricordo di Sandro

     Ciao fratello mio caro…

Le parole non servono, non leniscono il dolore…ma provo lo stesso a dirti qualcosa, perché ti arrivi il mio bene, il mio affetto, il mio piccolo grande amore…

Sandro l’ho conosciuto poco, pochissimo…una sera di ritorno dalla tua Messa, un Martedì…un passaggio in macchina insieme a Letizia… casuale…che ora però benedico, perché è stata l’occasione di incontrarlo, di parlargli, di conoscerlo un po’Facciamo così poco caso alla vita che scorre, a quello che accade, ai piccoli avvenimenti e quando poi succede qualcosa del genere, li rivalutiamo…e vorremmo tornare indietro, per rivivere quell’attimo, per farne accadere altri, per non sprecare niente, nemmeno un abbraccio, un ciao, un sorriso, uno sguardo…

Sandro si sedette accanto a me in macchina… Nel tratto di strada da San Sebastiano a Guidonia, parlammo del più e del meno, scherzammo un po’su tutto e ridemmo sereni…e la sua statura morale mi è rimasta impressa …era un uomo vero, leale che non accettava compromessi per far parte del branco, per sentirsi accettato, ma che preferiva allontanarsi quando questo comportava la perdita dell’onestà…ed esortava noi giovani, ad avere rispetto per gli anziani, valore che al giorno d’oggi si è perduto, come tanti altri…

Ci raccontò degli anziani del paese in piazza, che erano rispettati e ai quali un ragazzino mai avrebbe osato rivolgersi in malo modo…anzi, il rispetto e quasi la riverenza verso di loro, erano dovuti e insegnati nelle famiglie…oggi quante volte sentiamo dare del “A vecchio…” in maniera dispregiativa, mentre invece solo per le croci che portano questi nostri fratelli maggiori, croci sia fisiche che spirituali, meriterebbero tutto il nostro rispetto e la nostra comprensione, anche se a volte non li capiamo e loro non capiscono noi…

Qualcuno ha scritto una volta…”I vecchi dicono sempre che il mondo è cambiato…in realtà sono cambiati loro …” e io aggiungo che siano cambiati in meglio o in peggio non importa fratello mio, non sta a noi giudicare…che ne sappiamo cosa portano nel cuore quei visi rugosi, pieni di smorfie, ognuna delle quali è un acciacco, ognuna delle quali è un ricordo…ognuna…un pezzetto di vita, e un infinito di nostalgia…

Ora fratello mio, come al solito sarà tuo il compito, di consolare e di alleviare le pene dei cuori spezzati dei tuoi cari, soprattutto della tua povera mamma…(quante ne ha passate in questa vita amico mio… ) ma a te chi ci pensa? Chi solleva e chi consola te? Io posso solo pregare, pregare, pregare…chiedendo a Gesù di farlo…l’Unico che lo può fare...l’Unico che può davvero consolare…e dare Pace al tuo cuore, per trasmettere Pace ai cuori di chi ascolterà le tue parole, che saranno le Sue fratello mio…saranno le parole che Gesù vorrebbe pronunciare …e che come in un canale, un filo diretto, usciranno dal tuo cuore, attraverseranno le tue labbra, e si poseranno sui cuori di chi sarà di fronte a te…Quante volte ti è capitato…quante volte, le hai viste con i tuoi occhi atterrare su quei cuori e andare a ricucire quegli strappi dentro l’anima che le ferite,  il dolore, i lutti, e tutti i dispiaceri di questa vita provocano amico mio…

Ci riuscirai anche domani, vedrai fratello mio…vedrai…dovrai solo pregare, e assieme a te, tutti coloro che come me ti vogliono bene lo faranno e ti aiuteranno…e ancora una volta, ancora una volta…l’Amore sarà più forte del dolore…e lo vincerà.

Sai fratello mio caro…pensavo una cosa oggi…  tu con la preghiera riesci ad arrivare a tutti vero… questo tu lo sai, Gesù te lo ha insegnato…e chissà quante volte sarai arrivato a Sandro…beh…adesso anche lui arriva a te… e in ogni momento davanti all’Altissimo pensa a quante volte tu gli parlavi di Dio che vi aveva cambiato la vita…e che adesso lui vede…lì davanti a sé…E piange sai…piange di gioia…per aver avuto l’occasione di conoscerLo prima di incontrarLo…per aver iniziato a volerGli bene prima di amarLo…per avere avuto il dono di un fratello che credeva a Lui tanto da abbandonare tutto per seguirLo… quel fratello sei tu, Renzo mio…sei tu…ma ci pensi in quale strumento piccolo e allo stesso tempo immenso Gesù ha voluto trasformarti…

Siamo fragili fratello mio, come fiori di campo che ad un colpo di vento volano via…ma mentre i petali (le nostre membra) si perdono nell’aria,  il nostro polline (il nostro amore) resta… e si posa sugli altri fiori…per renderli più belli per far sì che il nostro passaggio su questa terra non sia inutile... Non siamo inutili, nessuno di noi lo è…specialmente quando si soffre e si lotta contro questa vita che a volte non si capisce e ci mette alle corde…e ci si chiede “Perché?”…

Ti voglio donare delle parole di Gesù fratello mio, che a me sono state donate dalla mia sorellina Stefania…

Dice Gesù:

“Scrivi:

So, o Signore, che i giorni in cui mi fai piangere di più, sono quelli in cui mi fai più guadagnare. Perciò grazie di farmi piangere.

So, o Signore , che i giorni in cui mi fai soffrire di più, sono quelli in cui mi fai più sollevare gli altrui dolori. Perciò grazie di farmi soffrire.

So, o Signore, che i giorni in cui mi fai più spasimare, perché ti nascondi, sono quelli in cui tu vai ad un mio povero fratello che si è perduto. Perciò grazie di questo spasimare.

So, o Signore che i giorni in cui lasci su me l’onda amara della desolazione, che sa già del sale della disperazione, sono quelli in cui io ti rendo un fratello disperato. Perciò grazie di quest’onda amara, Perché io credo Signore, che quanto tu fai, è per il mio bene, e per un fine di bene, e per la Gloria di Dio, Bene Supremo…”.

Falle tue fratello mio, ora che è difficile pensare, raccogliere le idee, ora che si hanno gli inutili rimorsi, ora che si recrimina sul tempo, ora che sembra troppo tardi, ora che si impreca sulla nostra impazienza, sul nostro amor proprio, sul nostro orgoglio, sulla nostra pigrizia, sulla nostra superficialità, sulla nostra povera umanità….

Metti tutto nel Cuore di Dio, Renzo, e Lui colmerà e riparerà per ogni nostra ingratitudine e mancanza, perché in Lui, sono tutte le virtù e perché oramai loro dall’altra parte non possono più provare sentimenti umani, di puerile dispiacere, di comprensibile rivalsa, di stupida offesa…sono in Dio, che è Amore… e solo di Esso si possono nutrire…tutto il resto oramai non conta, tanto meno le nostre lacrime di rimpianto…sono inutili, non invece quelle di dolore… che sono in rapporto a quanto amavamo e a quanto ci manca umanamente la persona che ora ci precede nel regno di Dio.

Ti abbraccio fratello mio… ti sono vicino, per quanto questo possa servirti o aiutarti…

Ti volevo mandare questa poesia…si chiama “Valore”…è di Erri De Luca…sicuramente lo conoscerai…è uno scrittore, poeta… ex operaio, ex muratore, ex rivoluzionario che dice di non credere in Dio, e che il sentimento che non fa parte della sua vita, è il perdono…

Forse è proprio questa difficoltà a perdonare, che lo rende incapace di credere, e di volgere il cuore verso Dio…questo sentirsi indegni, che ci fa dubitare della Misericordia di Dio…ma chi scrive questi versi che tra poco leggerai, già crede fratello mio…e non lo sa ancora…perché ha un cuore bello e sensibile…e Dio guarda proprio lì…solo lì…me lo hai insegnato tu…

 

Valore

 

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finché dura il pasto, un sorriso involontario, la stanchezza di chi non si é risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi, provare gratitudine senza ricordare di che .

Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord,

qual é il nome del vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,

la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto. ( Erri de Luca)

 

Tu, e l’impegno che metti ogni giorno nel cercare di essere amico, fratello e padre, per ognuno di noi, io lo considero VALORE!

Renzo mio… GRAZIE………………..

Ti voglio tanto tanto bene…che possa arrivarti e asciugarti anche una sola, piccola lacrima…trasformandola in un sorriso, come tu hai fatto con me tante volte………...

             Con tutto il mio cuore…  

 Fabrizio

 

 


Danielina!
 

Sei ritornata al Cielo, Angelo di Dio!

Sei scesa un giorno sulla terra per portarci il sorriso,

per insegnarci che cosa è l'amore,

la pazienza, la vera umiltà.

Tu, ricca di tanti doni del Signore,

hai camminato sulla punta dei tuoi piedi

per non disturbare,

per sentirti l'ultima

al servizio della comunità.

 

Hai sofferto inchiodata in Croce come Lui

e nel tuo dolore hai offerto per noi tutte le tue pene.

I tuoi occhi cercavano nel vuoto il viso di Gesù

e quando lo incontravano il tuo sguardo

si illuminava in un dolcissimo sorriso.

 

Ora, per la prima volta, hai fatto un gran rumore,

sei stata protagonista nel Regno del Signore.

Musiche celestiali ti hanno accolta,

canti di giubilo

ti hanno accompagnato,

una gran festa è stata organizzata

e la Madonna ti ha aperto la porta.

Hai visto il tuo Gesù in una effusione di luce,

ti ha porto la Sua mano e ti ha ringraziato:

 

"Grazie della tua fedeltà,

- ti ha detto -

grazie dell'amore che mi hai sempre donato,

grazie dell'esempio che hai sempre seminato,

grazie della tua immensa carità.

Vieni mia piccola Daniela

vieni a sedere alla mia destra creatura di Dio,

vieni mamma dolcissima

tu, sulla terra, sei stata per sempre benedetta!"

 

 

I tuoi fratelli e le tue sorelle in Cristo
che ti hanno amato e accompagnato in terra.

 

Danielina è partita per il Paradiso il primo Agosto 2008.

 

 

 


Claudia!

Claudia, fiore sbocciato per la gioia di chi ti ha conosciuto,

luce preziosa che hai arricchito la nostra vita,

sei stata recisa troppo in fretta,

hai chiuso la tua corolla in una giornata fredda

e ti sei trasferita in cielo accanto al Sole.

Cerchiamo nella nostra mente la tua immagine

e quello che troviamo è il tuo sorriso

accompagnato dal profumo dolce della primavera

che rimarrà per sempre legata al tuo ricordo.

 

Claudia è partita per il Paradiso alle 13 e 30 del 26 Dicembre 2007. Aveva 30 anni.

 


Ermanno

Ermanno Campetella è nato al Cielo Domenica 5 Settembre 2010.

A lui dedichiamo questa lettera di Sant'Agostino:

LA MORTE NON E’ NIENTE

La morte non è niente.

Sono solamente passato dall’altra parte.

È come se fossi nella stanza accanto.

Io sono sempre io e tu sei sempre tu.

Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

Chiamami con il nome che mi hai dato sempre, che ti è familiare, parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.

Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste, continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Prega, sorridi, pensami, il mio nome sia sempre la parola familiare di prima, pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto, è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza, perché dovrei essere fuori dei tuoi pensieri e della tua mente solo perché sono fuori dalla tua vista?

Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.

Rassicurati, va tutto bene, ritroverai il mio cuore, ne ritroverai la tenerezza purificata.

Asciuga le tue lacrime, non piangere se mi ami: il tuo sorriso è la mia pace.  

(Sant'Agostino)

 


 

Fabio D'amico la ricorda così

 

Zia Maria il 4 gennaio del 2017 ha lasciato la terra per il Cielo, avrebbe compiuto 92 anni il 12 di maggio. Terza di cinque sorelle, non si era sposata e aveva dedicato la vita alla sua famiglia, pensando a tutti, amando tutti e prendendosi cura soprattutto di me e di mio fratello Giuseppe, affiancando nostra madre Letizia durante la nostra infanzia e parte della nostra adolescenza anche per la prematura scomparsa di nostro padre Nunzio, ma senza mai far mancare il suo grande affetto per gli altri nipoti. Quando pochi anni fa morì mia madre, la più giovane delle sorelle, io soffrii moltissimo e lei cercò di lenire il mio dolore venendo ad abitare con me, standomi vicina con delicatezza, rispettando la mia sofferenza, curandomi e, soprattutto, perseverando nella preghiera. Ricordo con vera gratitudine quei mesi… forse per taluni aspetti  interminabili, ma che sono stati il periodo in cui ci siamo voluti un bene ancor più grande.

Zia Maria era una donna molto attiva con un gran trasporto per i bambini cui da giovanissima  impartiva lezioni private, raccontava favole, aiutava a crescere sereni e ai quali fino agli ultimi giorni della sua vita non ha mai fatto mancare il suo tenero sguardo. Per trentacinque anni aveva lavorato presso l'ex Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni ed era andata in pensione nel 1990. Molte sono state le amicizie acquisite nella sua lunga esistenza e a tutte lei ha distribuito bontà, attenzione e gentilezza. Senza voler trascurare nessuna di queste, desidero citare in particolare le amiche Grazia, compagna inseparabile delle sue amate vacanze marine, Luisa sua carissima amica e collega e sua sorella Giovanna, perché con loro è stata fino all’ultimo in quotidiano contatto. Non sono mancati i periodi dolorosi nella sua vita perché le sorelle si sono pian piano ammalate, patendone in seguito la dipartita, in modo particolare per la maggiore Teresa, suo imprescindibile riferimento con cui ha convissuto per quasi tutta la sua esistenza. Oltre a queste pene, durante la guerra del Golfo ha sofferto immensamente per la sorte di mio fratello Giuseppe che, all’epoca, capitano dell'aeronautica militare, partecipava a missioni aeree senza poter dare notizie di sé.

Dire che era una persona speciale è confermato dalle testimonianze ricevute dopo la sua morte. Sempre elegante, ordinata, sapeva vestire in modo sobrio e con un gusto raffinato. Il suo parlare era garbato ed accompagnato dal suo immancabile sorriso. Era forte e determinata, sempre disponibile a  risolvere un problema, un disguido, un errore. Mi piace ricordarla come una persona che non aveva bisogno di perdonare o di essere perdonata perché aveva il dono d'intuire la personalità di chi incontrava ed era sempre attenta a non ferirne la suscettibilità. Stare accanto a lei donava a molti serenità perché il suo primo desiderio era di fare stare bene gli altri.

Leggere i pensieri che le persone hanno espresso su di lei mi dà conforto, belli sono in particolare i ricordi scritti da alcuni dei suoi otto pronipoti, Francesco il più piccolo (9 anni), Rebecca (19) e Giovanni(22) che danno voce a un unico sentire: il loro grande amore per lei, la loro gratitudine, il loro ricordo indelebile della sua presenza gioiosa.

Negli ultimi anni della sua vita era felice perché io avevo trovato, finalmente, l'anima gemella: la mia Laura, che ho sposato, le si era affezionata e riceveva da lei in cambio tutto il bene di cui il suo cuore era capace.La sua partecipazione così gioiosa al mio matrimonio è stato per me il più grande dono possibile.

Zia Maria era stata accolta dalla Comunità del Pettirosso con tanto affetto, partecipava ai ritiri spirituali, era instancabile nell'assistere agli incontri, amava infinitamente i sacerdoti che le parlavano del Vangelo. Il suo modo di pregare dimostrava una spiritualità profonda, un'unione personale con il Signore che ormai viveva dentro di lei come fosse stato inglobato nella sua anima.

Al momento del trapasso lei vedeva il mare la cui distesa si materializzava davanti ai suoi occhi stanchi in una luce azzurra e, forse, ne ha potuto percepire anche il profumo.

Si è spenta come una flebile candela che vibra piano, raggiunge la sua ultima scintilla e poi si estingue lasciando il volto di chi è volato in Cielo sereno e sorridente.

Grazie di cuore zia Maria e… manteniamoci in contatto!

                                                                                                                                     TUO FABIO


 

Dopo 56 di matrimonio,

il 7 di gennaio del 2020,

sei salito in Cielo.

Lo hai fatto dopo avermi dato un bacio.

Ti sei addormento nella notte e

nel sonno del giusto

ti ha rapito la grande luce.

Attendimi lassù,

saremo uniti per l'eternità

nell'Amore grande di Gesù.

                                                              MT


 

PADRE CARLO D'ANDREA

Conobbi padre Carlo a San Francesco a Ripa nel novembre del 2002, dove era Guardiano.

In quel convento era di famiglia il mio confessore padre Benigno di Fonzo al quale volevo molto bene e che mi considerava una figlia.

La prima volta che padre Carlo mi vide s'intrattenne con me con infinita gentilezza e m'invitò ad andare spesso a trovare il suo amico padre Benigno che, da quando aveva lasciato il precedente convento di San Pietro in Montorio, si sentiva solo.

Non mi feci pregare perché la mia vita era stata indirizzata da Dio a essere "madre di sacerdoti".

Presto padre Carlo fu trasferito ad Acilia, ma nel mio cuore il suo ricordo rimase indelebile.

Il mio Benigno si ammalò e divenne carrozzellato, questa sua disabilità me lo fece amare di più.

Lo convinsi a trasferirsi nell'infermeria di San Sebastiano alle Catacombe per essere curato meglio, anche se lui era molto restio ad andarci... infatti, dai frati quel luogo era considerato il preludio della morte.

Un giorno benedetto, padre Carlo riapparse nella mia vita: era stato nominato Guardiano del Convento di San Sebastiano! La gioia di entrambi fu grandissima, io potevo andare a trovare il mio Benigno a tutte le ore, potevo assistere ai suoi pasti, tagliagli la carne, imboccarlo, portarlo in giardino spingendo la sua carrozzella, rimanere a lungo con lui nella sua stanza, portarlo in bagno e lavargli il volto nelle giornate calde!  Padre Carlo mi ringraziava per le cure che prodigavo al suo amico e un giorno mi disse: "Mammina, questa è la tua casa, rimani quanto vuoi, non hai bisogno di permessi".

Quando Benigno fu trasferito all'ospedale della Nunziatella, io andavo ogni giorno a trovarlo e, spesso, mi incontravo con padre Carlo al capezzale del nostro comune amico.

Venerdì 30 marzo del 2012 Benigno entrò in coma. Respirava con fatica, c’era però qualcosa che il Signore mi chiedeva di fare ed io ho risposto al suo comando. Ero sola nella stanzetta d’ospedale, chiusi la porta per raccogliermi meglio in preghiera, mi sedetti accanto al mio Benigno e cominciai a parlare alla sua anima. Le dissi di non avere timore, di staccarsi da quel corpo ormai pronto per lasciarla andare, sarebbe approdata libera in quel cielo dove Maria l’attendeva con le braccia spalancate, avrebbe trovato là il nostro Gesù da lui adorato, la mamma, le sorelle e tutte le persone amate che lo avevano preceduto.

Alla fine di questa preghiera, diedi a Benigno l’ultima carezza e lui partì: erano le 14 e 50. Padre Carlo accorse subito, portò alcuni abiti e lo ricomponemmo insieme nel sonno della morte.

 A San Sebastiano nel 2005 era stato trasferito il mio PASTORE Padre Renzo Campetella, era vice parroco. Avevo così la gioia di avere nello stesso luogo tre persone fortemente amate.

Dopo la dipartita di padre Benigno io proseguii a frequentare quella parrocchia che continuò a rimanere la mia casa. Gli anni trascorsero sereni fino al 2015, quando padre Renzo fu allontanato da quel luogo. Il mio dolore fu immenso, Renzo consegnò la sua Comunità a padre Carlo perché continuasse a portarla avanti.

Padre Renzo, con il mio aiuto aveva fondato una Comunità di Volontariato, il suo nome ha la leggerezza del volo di un piccolo uccello: si chiama "Comunità del Pettirosso" ed io ne sono il rappresentante legale.

Padre Carlo l'ha accolta nel suo grande cuore, l'ha amata e noi tutti lo abbiamo aiutato nella cura dei poveri; ci ha permesso di fare nel sacrato della Chiesa dei mercatini di beneficenza e di partecipare ai consigli pastorali. Ha tenuto per noi e per i parrocchiani che lo desideravano dei ritiri spirituali e in essi ha anche coinvolto il Vescovo di Settore Monsignor Paolo Lojudice. Con gioia la nostra Comunità li ha insigniti della carica di "Soci onorari".

Non posso non parlare della mia gioia quando inginocchiata ai suoi piedi ha consacrato la mia persona a Maria dopo avermi fatto leggere commossa la formula appropriata.

Come scordare i pranzi dei poveri ai quali noi "pettirossi" partecipavamo seduti ai tavoli a dialogare con le persone felici di essere finalmente i protagonisti della festa ed eravamo serviti ai tavoli dai ragazzi che si preparavano alla prima comunione! Quanto amore, quanta condivisione, quanto impegno, quanta fratellanza!

Abbiamo pregato per lui durante la sua malattia e anche durante le molte croci che ha dovuto portare...

Lo abbiamo accompagnato in cielo nel suo funerale tramutato in una grande festa, salutandolo con gli applausi scroscianti che non aveva mai conosciuto durante la sua umile e santa esistenza.

Voglio ricopiare l'ultimo suo messaggio ricevuto una settimana prima di addormentarsi tra le braccia sante della Vergine Maria. Esso dice: "Grazie mia cara Mammina, tienimi nelle tue preghiere, che il Signore mi aiuti! Affido a te il mio sacerdozio in un momento particolare come questo; consegno a te il mio sacerdozio perché possa sempre la luce dello Spirito guidarmi per affrontare tutto quello che l'esperienza di questo tempo mi riserva: che sia fatta la volontà di Dio! Un abbraccio".

Arrivederci Padre Carlo! Tienici un posto accanto a te nella Vita Eterna.

m.t.